Un viaggio dalla Romania all’Italia

I miei primi 32 anni di vita tra speranze e cambiamenti

Ogni essere che ha solcato il percorso della terra porta con sé una storia unica, ricamata con i fili sottili delle esperienze personali, una storia tanto più bella perché vissuta, poiché ogni vita è di per sé un racconto straordinario, un mirabile intreccio di eventi e sensazioni.

La mia vita ha preso avvio in un freddo dicembre del 1959, e da allora, come si suol dire, “molta acqua è passata sotto i ponti”. Sono nato in Romania, un paese diverso, un mondo a sé, sotto l’egida di un regime che oggi sembra riflettersi, per certi aspetti, anche nell’Occidente “libero” che sembra vacillare sotto i pesi di antiche certezze.

Tra neve, scuola e fabbrica

Cresciuto in una famiglia di operai in un sistema comunista dove il lavoro era dovere e onore, imparai il valore del rispetto, dell’integrità e della puntualità – principi imprescindibili nella formazione di qualsiasi giovane di quel tempo.

La mia infanzia fu serena e ricca di avventure: immagina un bambino di quasi quattro anni che, indipendentemente dal clima, percorre più di un chilometro per raggiungere l’asilo, attraversando “la valle” in solitudine.

Gli inverni erano rigidi, con nevicate che persistevano per mesi e temperature che talvolta piombavano sotto i -30°C. Ogni giorno, il passaggio davanti alla casa dei miei nonni paterni era una piccola festa, un rinnovarsi di gioie familiari.

Le scuole elementari e medie le frequentai nella parte alta della città, dove, al suono della campanella, centinaia di noi bambini, in divisa scolastica, ci radunavamo in cortile, un mosaico di sorrisi e di nuova uniformità.

L’educazione era severa, a volte persino punitiva, ma efficace, retta da un principio rigido: “Non sai? Ti insegniamo. Non puoi? Ti aiutiamo. Non vuoi? Ti obblighiamo”. Ricevere una votazione insufficiente era una macchia di vergogna, un disonore che oggi sembra un concetto desueto.

Durante gli anni del liceo, che terminai nel 1978, mi orientai verso la meccanica, sebbene le mie passioni spaziassero dalla storia alla geografia. Dopo il diploma, la vita mi portò a prestare servizio militare, e poi a lavorare nella grande fabbrica della nostra città, un colosso industriale che impiegava migliaia di persone e rappresentava il cuore pulsante dell’economia locale.

Un Viaggio dalla Romania all’Italia

Con l’inizio degli anni ’90, il destino della fabbrica e, con esso, il mio, furono segnati dall’instabilità politica e economica. Di fronte al rischio di licenziamento sia mio che di mia moglie Mirela, scelsi di sacrificare la mia posizione per garantirle la continuità lavorativa. Ma le strutture comunali crollarono, e l’azienda sparì, spazzata via come tante altre realtà del blocco sovietico.

Infine, nell’estate del 1992, dovetti fare una scelta drastica per il bene della mia famiglia: l’emigrazione. In un viaggio carico di speranze e incertezze, lasciai la Romania con tutti i nostri risparmi per un breve tour in Francia, che divenne un definitivo trasferimento a Milano, dove una nuova vita mi attendeva, piena di sfide ma anche di nuove opportunità.

Cosa è successo, poi?

Ne parleremo presto in un nuovo racconto.

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